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La Music Learning Theory
 

La Music Learning Theory , elaborata dal musicista e ricercatore americano Edwin E.Gordon. non è un metodo ma un insieme di PRESUPPOSTI  fondati su una ricerca scientifica e sperimentale attuata in un periodo di tempo molto lungo (quasi 50 anni!) e avente come oggetto le modalità dell’apprendimento musicale fin dall’età neonatale.

  • L’apprendimento della musica e l’apprendimento del linguaggio avvengono con modalità molto simili poiché ‘la musica, pur non possedendo una grammatica o parti del discorso, è caratterizzata da una sintassi attraverso la quale è possibile attribuirle un significato e dunque percepire un ordine logico dei suoni che la compongono’.  Proprio come per la lingua materna, vero e proprio amore a parole, così per la musica è utilissimo che il bambino sia fin dalla nascita partecipe di una relazione comunicativa, viva e reale,  in cui l’adulto di riferimento canti  per lui e ascolti con lui.  Questo processo è tanto più significativo se inizia nella primissima infanzia, fra i ‘periodi sensitivi’ più fecondi della formazione di ogni essere umano, come rileva la grande pedagoga M.Montessori.

  • In base al precedente principio l’educatore fa con la musica come ogni mamma fa con il linguaggio: diventa un modello di apprendimento, un esempio all’interno di una relazione affettiva permeata di emozione. Non canta per intrattenere ma per esprimere e comunicare, proprio come la mamma quando legge la fiaba al suo bambino. E come la lallazione dà i mattoncini del linguaggio, così in musica si propongono piccole sequenze di suoni favorendo lo sviluppo di un processo mentale profondo e evolutivo  che porta alla formazione del pensiero,

  • Poiché la MLT non è un metodo, si cerca di lavorare il più possibile secondo le differenze individuali. Non ci sono consegne o attività precostituite, ma valorizzazione delle proposte spontanee che nascono dalla interazione fra i membri del gruppo in vista dell’obiettivo finale. Questo rende possibile il rispetto delle modalità e dei tempi di ciascuno e nasce  dal continuo gioco di osservazione e ascolto che l’educatore guida cerca di attuare.

  • Il dialogo fra mamma e bambino avviene innanzitutto attraverso il corpo e la sua tonicità, non attraverso le parole. La voce nasce da un corpo morbido, che si muove e risuona. Essa vibra nel corpo che partecipa in tutto all’emissione vocale.  ‘Il corpo conosce prima ancora che la mente comprenda’. Il bambino sente, conosce la realtà circostante con tutto il corpo. In particolare l’ascolto della musica, la vibrazione, il suo ritmo generano movimento, spontaneo, libero, percettivo e senso motorio.  Lavorare sul e con un tipo di movimento che abbia queste qualità consente di trovare quello spazio che apre il respiro e permette l’ ascolto interiore.

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